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Avete visto il film Basilicata Coast to Coast (che spesso viene abbreviato con “C2C” giusto per storpiare quel poco d’italiano rimasto su questa terra)? 
Vi faccio vedere un piccolo corto a proposito della Basilicata e del film. Avrei potuto mettere un Trailer di 2 minuti ma “sciroppatevi” questo:

Ho scelto questo video, che costringe Papaleo a mostrare le zone non riprese nel film, perché i lucani, come credo qualsiasi persona attaccata al proprio territorio ed i lucani fanno bene ad esserlo, se gli giri un film nella loro terra questo vuol dire che deve includere assolutamente anche il più sparuto buco della regione; per quanto possa apparire assurdo questo atteggiamento a ragione dei lucani c’è di fatto che la loro terra è veramente tutta da mostrare; dalle coste alle montagne e non c’è ragione che tenga.
La Basilicata ha tutto, anche le dolomiti, si le dolomiti Lucane e sono fantastiche, una regione ricca di cultura (e non solo Matera, Capitale Europea della Cultura per il 2019), di tradizione, di prodotti tipici del territorio, turismo, mare, fiumi, laghi e risorse (non solo petrolifere).
Per non scadere nelle solite coste battute da tutti (Maratea, Policoro, Metaponto ecc.) ho preferito la tradizione della parte interna.

Il lato che forse è meno battuto dal turismo ma ritengo sia il più “lucano” da un punto di vista sicuramente paesaggistico è quello legato alla dorsale appenninica, che sta a cavallo tra Campania e Puglia e che purtroppo non ho battuto in questo peregrinare; ho percorso la parte interna del sud tralasciando il Pollino per una futura più attenta analisi da dedicare in modo “esclusivo”.
Il mio tragitto prevedeva di entrare nella regione puntando subito a Pietrapertosa, qui il percorso che mostro subito anziché alla fine come faccio di solito per rendere grazia al filo conduttore, in me già ingarbugliato di natura:

Prima di iniziare e mostrare i punti visitati voglio a cappello dire che sebbene sia una Regione piccola, è ricca di parchi naturali, tra cui 2 nazionali ed uno regionale:
– Parco Regionale Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane
– 
Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese
Parco Nazionale del Pollino
Parco della Murgia Materana
Questo fa comprendere bene la ricchezza del territorio da un punto di vista naturalistico, ho visto più rapaci ad Aprile in questi territori che in tutto il resto dell’anno in 160 punti che ho toccato in Italia VAN-eggiando in giro.

Pietrapertosa, divenuta famosa negli ultimi anni anche per il “Volo dell’Angelo“, è una visione unica direi; avvicinandomi da sotto mi ricordava Pentedattilo a Reggio Calabria, poi avvicinandomi sull’altro versante si nota bene lo sviluppo vivo del paesino. Sono arrivato al calar del sole al paese e su in quota c’era una nebbia fitta che a momenti prendevo sotto il ragazzo che indicava dove parcheggiare.

Diradata un po’ la nebbia, scendo a vedere il paese e questo è lo spettacolo che si può ammirare al crepuscolo; le case sono parte della roccia – la roccia è mura delle case:

Sulla parte alta del paese c’è un parcheggio adibito a camper, si paga qualche euro:

…e quando ti svegli questo è il paesaggio da dentro la camera da letto 🙂

Il paese cambia completamente quando la luce solare della mattina bacia le rocce.

E’ d’obbligo la visita al castello, risalente al VII secolo e poi utilizzato negli anni per parecchio tempo; restaurato non molto tempo fa (potete seguire gli orari di apertura dal sito del comune). E’ una bella scarpinata, il dislivello è importante ma il panorama che si ammira salendo vi obbliga a fermarvi spesso e quindi a riposare!

Questo è il paese visto da lontano:

Mi dirigo verso Moliterno ma strada facendo effettuo una deviazione a Guardia Perticara, un gioiellino di paese.

Arrivo sul Lago del Pertusillo, trovo la strada che mi porta giù all’acqua, anzi trovo proprio quella che finisce sotto il livello del lago.
…ed è uno scenario emblematico del viaggiatore, perché quando Kerouac affermava che “La strada è vita” – proseguire avrebbe reso le parole di Kerouac contraddittorie 🙂

Mega pausa caffè e via verso Moliterno, che personalmente ho incluso nel tragitto per due semplici ragioni: la prima il “Canestrato di Moliterno” (IGP), simbolo della transumanza.

Canestrato di Moliterno ©aziendacavalli.it
Canestrato di Moliterno ©aziendacavalli.it

…e come dico sempre, tanto per spiegare come può essere acquisita la radice culturale di un posto partendo dall’enogastronomia, basta spiegare l’origine del nome “Moliterno”, che ovviamente deriva dal latino “mulcternum” e significa “luogo dove si munge e si fa coagulare il latte” …e da qui già abbiamo detto tutto ma approfondite le caratteristiche fantastiche di questo prodotto dal sito “formaggio.it“.
L’altra ragione per cui ho incluso Moliterno era il castello medievale (tra l’altro riportato a marchio sul canestrato), costruito dai Longobardi e dai Normanni. Non ho foto in merito perché avevo le mani occupate con il formaggio, lo so sono un pessimo reporter ma un buon assaggiatore, qui potete ammirare la struttura.
Riscendo per una breve sosta verso la “Diga di Monte Cotugno” per dirigermi poi fuori itinerario a Tursi, con lo scopo di visitare la parte antica denominata “Rabatana”, occupata dai Saraceni a partire dal 850 d.c. e che hanno lasciato un’impronta ancora visibile nell’architettura.
Allo stato attuale è una zona abbandonata, anche perché la Rabatana era circondata da profondi burroni e non sarebbe comunque stato possibile nessun ulteriore sviluppo architettonico, che invece ha trovato a valle la possibilità di esprimere quel boom demografico iniziato negli anni ’50.
La Rabatana esprime un’atmosfera particolare ed un’architettura molto affascinante, oggi è possibile rivive quell’atmosfera anche attraverso diverse strutture d’accoglienza presenti nel centro storico, una in particolare molto bella “Palazzo dei Poeti“.
Nel borgo incantato,
arroccato sui calanchi,
le antiche leggende
sfiorano i tetti con le ali dei falchi,
atavici custodi
di uno scrigno senza tempo…
<Paolo Popia>

Sempre per restare in tema di luoghi abbandonati, che trasmettono sempre il loro fascino, non potevo non visitare Craco; ci arrivo in serata pensando di passare la notte su in paese e trovarmi la mattina già sul posto ma quando parliamo di paese abbandonato vuol dire che è abbandonato nel vero senso della parola, c’è appena qualche lampione, se fossi stato da solo sarei rimasto tranquillamente a dormire ma era buio pesto e si è optato di riscendere a valle e dormire all’agricampeggio “Il Calanco“, accoglienza gentile ed economico.
La mattina risalgo a Craco e faccio il biglietto all’associazione che gestisce le guide per portare i turisti in visita, ti forniscono di un caschetto antinfortunistico e guidano il gruppo tra i ruderi spiegando la storia e com’era il paese quando era abitato. I ragazzi delle guide sono ben preparati e spiegano bene come Craco sia passato da importante centro di produzione del grano all’incuria che ha portato il paese all’abbandono – passando per la stupidità della politica; sebbene in origine fosse un centro importante con cinema, ospedale, stazione ecc.
Oggi rinato da un punto di vista turistico e location per il cinema, qui un bell’articolo di “La Stampa

Dalla parte alta del paese, sotto la cisterna centrale, che sarebbe da visitare,  c’è una veduta bellissima sulla vallata:

Finita la visita al paese abbandonato mi sposto su uno molto più vivo che  fa da magnete per la maggior parte del turismo lucano: Matera.

Trovo un posticino dove parcheggiare all’ombra presso una masseria, “Masseria Radogna”, ben collegata al centro, con servizio navetta e tutte le comodità, scordatevi di parcheggiare vicino i sassi.

Su Matera non posso riportare che le immagini e le emozioni che trasmette questo incredibile ed affascinante posto, unico al mondo. Riguardo i cenni storici c’è chi descrive meglio di me (…e ci vuole poco) oltre ad essere riportato in modo eccellente un po’ ovunque, su Matera c’è una vasta documentazione a riguardo.

Consiglio di farsi accompagnare da una delle guide e non quelle improvvisate, la persona che ci ha eccellentemente accompagnato lavora con la Masseria Radogna ed è molto preparata, oltre a portarvi in posti non facilmente accessibili a tutte le guide, tra le quali, quella che mi è rimasta maggiormente impressa è “Casa Cava” nel “sasso Barisano”.

Affascinante anche le esplorazioni intorno ai sassi, come il ponte sospeso:

Sull’aspetto enogastronomico Matera, ma bisogna dire in tutta la Basilicata, ha delle eccellenze preziosissime e ricche di tradizione. Si va dal famoso “Pane di Matera”, i peperoni cruschi, pasta fresca di grano duro, panzerotti, zuppa di legumi, vini, oli, la melanzana rotonda rossa ecc… un’elenco infinito e di ottima qualità.
Prossima meta di questa bellissima regione – Pollino (stay tuned).

 

 

Grazie per essere saliti a bordo – Buona strada e buon gusto a tutti
VAN-eggio

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