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Le strategie per sfruttare al meglio un weekend in camper prevedono una preparazione del mezzo a partire dal giovedì sera (Acqua, Thetford, coperte, lenzuola, tovaglie, cambusa e soprattutto cantina), per poi essere pronti il venerdì pomeriggio dopo l’ufficio.

L’ultima ed unica cosa che carico di solito prima di partire è il frigo, che accendo il giovedì sera alimentandolo a corrente, altrimenti non ce la fa a vincere il caldo con il solo 12V mentre viaggio!! Ovviamente d’inverno non è necessario; inoltre in cantina metto le bottiglie già fredde.
{Per inciso, voglio precisare che la cantina è definita tale quando vi si ripongono liquidi alcolici; nel mio caso la cantina in camper è sotto il letto nel portellone di dietro}.

Il venerdì fuga dall’ufficio e via subito verso mete inesplorate; sfruttare il quarto di giornata rimasta del venerdì sembra cosa di poco conto ma in effetti ti da il vantaggio di recuperare il tempo dello spostamento e trovarsi la mattina già sul posto, se la meta dovesse risultare troppo distante nulla vieta di tirare il freno a mano da qualche parte quando si è stanchi di guidare e dormire.
Volevo raggiungere il Molise passando per l’Abruzzo, ovviamente partendo da Roma con il poco tempo a disposizione di un solo weekend non avrei approfondito ne una ne l’altra regione ma l’obiettivo è viaggiare quindi…

Parto da Roma e punto come prima tappa Pescasseroli, quindi Opi, quest’ultimo un paesino di 400 anime immerso nel “Parco Nazionale d’Abruzzo e Molise” parte del circuito dei “Borghi più Belli d’Italia”.

Opi – Veduta
Di CarlodiroccoOpera propria, CC BY-SA 4.0, Collegamento

Proseguo quindi verso Villetta Barrea e Barrea.

Non vorrei risultare anarchico (…che poi tutto sommato!!) ma quel segnale di divieto di parcheggio ai camper è una cosa che mi da veramente fastidio, non ho parcheggiato li di proposito, l’ho visto dopo ed ho rimosso subito il mezzo dopo aver ammirato il colore turchese delle acque del lago.

{nessun vigile è stato maltrattato in questo itinerario ed il camper è stato rimosso entro i 5 minuti}

E’ ora di pranzo e sebbene il frigo e la cambusa siano pieni, cerchiamo comunque qualcosa di tipico, di locale, perché il richiamo alla scoperta dell’eccellenza del posto è sempre un forte istinto per VAN-eggio. Chiacchierando con i “barreani” in merito alle tradizioni culinarie della cucina marsicana ci indicano “La Gravara”, lungo il lago, ma al di la delle tagliatelle tartufo e funghi, tipiche della zona e rigorosamente fatte a mano, non troviamo particolarità del territorio. Tutta la zona brulica comunque di ristoranti.
Per digerire mi faccio il valico di “Passo Godi”,

non molto alto, resta sui 1630 m s.l.m. per andare poi a valle verso il “Lago di Scanno”.

Lascio la zona ripercorrendo la stessa strada, dirigendomi quindi verso Castel di Sangro, se non altro per andare a vedere la location di “Casadonna” e “Reale” di Niko Romito, tre stelle Michelin, uno dei più grandi chef d’Italia e non solo d’Italia, che abbiamo la fortuna di avere qui in centro Italia.
Ho avuto la fortuna di conoscerlo tra l’altro anni fa in occasione dell’evento L.S.D.M. (Le Strade della Mozzarella) che si tiene a maggio ogni anno nel Cilento.

Passo la notte tranquilla in un parcheggio vicino un altro camper, un vecchio lupo di strada con il quale abbiamo parlato a lungo condividendo spazi e parcheggi dei Paesi Baschi 🙂 
…altro itinerario enogastronomico di quando andavamo a scoprire la lavorazione delle Acciughe del Cantabrico (Anchoas de Santona); veniamo a noi però.
Mi piacciono le alture e le vette pertanto non posso mancare di passare da “Capracotta” [1421 m s.l.m.] e da li continuo a salire verso il “Giardino della Flora Appenninica

molto interessante da un punto di vista botanico, andatelo a vedere, oltre ad offrire un punto panoramico dai suoi 1530 m d’altitudine.

Godetevi il fresco appenninico e fatevi una bella passeggiata nel giardino, troverete punti d’osservazione sparsi.

Poco più su del giardino botanico c’è una zona dove hanno scolpito sulla roccia alcune figure.

Riscendo a valle mettendo a dura prova i freni e mi fermo dalle parti di Agnone, che non vado a visitare perché non ho tempo, gli dedicherò una visita specifica; Agnone è il paese dove da moltissimo tempo si conserva e tramanda l’arte della produzione delle campane, per cui non si può andare li di fretta. Mi fermo per godermi il paesaggio e far riposare il mezzo.

Continuo verso gli scavi di “Pietrabbondante” un paesino incastrato tra le “Morge” ai piedi del monte Caraceno.

Più precisamente però per visitare gli scavi del “Teatro sannitico di Pietrabbondante” risalente al II-I sec. a.C. con un teatro ben conservato e che affaccia sulla vallata di fronte. Il teatro, utilizzato anche come luogo di riunione e non solo per opere teatrali, conserva ancora molto bene le sedute in pietra.

Affascinante anche la lavorazione accurata della muratura.

Si è fatto tardi, devo rientrare, considerando il traffico della capitale che assorbe sempre la maggior parte del tempo dello spostamento.
Vi lascio come al solito il tragitto se qualcuno volesse replicare:

Un saluto a tutti i viaggiatori
VAN-eggio

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