Vagabondando per la Magna Grecia Calabra in cerca di produzioni tipiche nel reggino, ho dovuto necessariamente imbattermi, con piacere, nella coltivazione e lavorazione del bergamotto, destinazione d’obbligo e di eccellenza; termine abusato ultimamente nell’ambito enogastronomico ma qui siamo in un contesto di produzione il cui termine “eccellente”, nel caso del bergamotto calabrese, non è per niente un abuso, anzi; voglio partire con una critica dicendo che qualunque paese nel mondo possedesse il 95% della produzione mondiale in esclusiva, qualsivoglia sia la materia prima, avrebbe già creato una enorme ricchezza ed una protezione verso questo indotto che neanche il confronto con il petrolio, la ricetta della CocaCola o il consorzio del Parmigiano potrebbe reggere (parmigiano tra l’altro che ci copiano miseramente a partire dall’America con mille prodotti come il parmesan, mentre al nostro originale applicano anche i dazi!), inoltre il bergamotto non può essere copiato, replicato, falsificato ecc. nasce esclusivamente in questo territorio (punto).
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Il bergamotto (Citrus Bergamia) calabrese, che fa risuonare “calabresità” in tutto il mondo, è il miglior prodotto in assoluto in termini di profumo e nutraceutica, confrontandolo con altre produzioni come quella spagnola, turca, cinese, costa d’avorio e forse greca. Non posso descrivere tutte le qualità del bergamotto qui perché l’argomento è vastissimo, cercherò di riassumere le preziose e dettagliate informazioni della simpatica e preparata guida che ci ha accompagnato nell'”Azienda Agricola Patea“:
Tanto per cominciare circoscriviamo la zona di produzione all’esclusiva provincia di Reggio Calabria, maggiormente concentrata sulla parte costiera nei pochi 120 km a sud del capoluogo di provincia e per una superficie coltivata di 1500 ettari circa.
Le sue origini sono incerte, forse dalla Cina (come la maggior parte degli agrumi), forse dall’isola di Porro in Grecia o forse importato da Colombo di ritorno dalle Canarie; tra le ultime teorie sembra che sia proprio originario calabrese venuto fuori a seguito di una mutazione genetica o un incrocio tra lima e arancio amaro (la cui zona è ricca). Il nome deriva probabilmente da Berga (città spagnola) dalla quale erroneamente si pensava provenisse.
Dal bergamotto in passato si estraeva solo l’olio essenziale, ricavato dalla spremitura delle bucce con le spugne marine, operazione delicata effettuata dalle esperte mani dello “spiritaro“, l’utilizzo era esclusivo dell’industria profumiera, soprattutto da quando Giovanni Maria Farina (italiano emigrato in Germania a Colonia) creò nel ‘700 appunto “l’acqua di colonia” il cui ingrediente principale era l’essenza di bergamotto.
Le cultivar sono sostanzialmente 3 (Fantastico per il 75% della produzione, Femminello e Castagnaro) e qui in Calabria si produce il 95% circa del fabbisogno mondiale e non solo è quello con le qualità organolettiche migliori (nell’olio essenziale di bergamotto calabrese ci sono circa 350 componenti chimiche accertate, quello prodotto in Costa d’Avorio per esempio, per il restante 5% della produzione mondiale, ha solo 128 componenti chimici) ma anche la quantità nella produzione sembra avvenga quasi esclusivamente nella zona del reggino.
Non pensate di prendere un seme del frutto e tirar fuori una piantina di bergamotto perché non funziona così, è possibile solo attraverso innesto di tre rami di bergamotto su un porta innesto di arancio amaro di almeno un anno; resta in vaso per un anno e al secondo va in terra libera, producendo per i prossimi 25 anni circa a partire dal terzo anno dall’innesto. Il massimo della produzione si ha intorno all’ottavo anno di vita della pianta, che può raggiungere circa un quintale per stagione (sempre che la stagione sia degna di essere chiamata tale, pioggia eccessiva o scarsa o sbalzi di temperatura influenzano fortemente la delicata fase di fioritura e maturazione). Generalmente la piantumazione è disposta ogni quattro metri e lato mare, per proteggere dal forte vento proveniente dallo stretto (non a caso vicino c’è capo “Spartivento”, dove ho cercato di farmi un bagno ma mi buttavo sotto le onde per uscire 30 metri più a sud o a nord, c’è una forte corrente e vento!) si piantano dei filari di alti e fitti pini mediterranei.
http://www.olio-di-argan.com/home/cat-k2-vario/66-bergamotto-usi-proprieta.html
L’azienda Agricola Patea ha saputo tenere il passo con i tempi, estendendo la lavorazione al fine di sfruttare pienamente il frutto, producendo estratti concentrati, succhi, essenze e bevande energizzanti a base di succo di bergamotto, melagrana e goji (ad oggi uno dei migliori prodotti nel settore degli energizzanti). C’è da dire che il bergamotto è molto attivo nel combattere il colesterolo, questo infatti è un momento felice per i produttori perché anche le ditte farmaceutiche iniziano a richiedere estratti o olio essenziale; tanto per dare un’ordine di idea per produrre 1 kg di essenza occorrono 200 kg di frutti; Patea utilizza macchinari che permettono una spremitura a freddo per non alterare i principi attivi del bergamotto ed i prodotti sono certificati bio.
Il merito del recupero dell’attuale produzione di bergamotto è dovuto allo sforzo effettuato in passato dall’avvocato Ezio Pizzi, oggi presidente del consorzio di tutela del bergamotto di Reggio Calabria, che ha saputo appunto consorziare e stabilizzare un prezzo congruo per i bergamotticoltori, l’oro verde calabrese..
Consumate bergamotto, sotto qualsiasi forma, è un prodotto eccezionale per la salute ed un orgoglio del nostro paese nel mondo, si aiuta inoltre l’economia di un territorio ricco di storia, bellezze naturali ed enogastronomiche.
Grazie per essere saliti a bordo – Buona strada e buon gusto a tutti
VAN-eggio