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Ogni volta che devo effettuare delle lunghe traversate o lunghi viaggi, cerco sempre di interrompere le ore di guida con qualche visita lungo il tragitto, ovviamente trattasi sempre di ricerche enogastronomiche o visite in aziende agricole quando possibile; le autostrade sono di una noia! Meglio scivolare verso qualche provinciale, più degna della mia curiosità e più ricca di paesaggi.
Se giustappunto vi annoiate percorrendo l’E45 prendete l’uscita per “Polla”, seguite per “Caggiano” (solo 9 minuti dall’autostrada), siamo nel salernitano a confine con la Basilicata e qui, nelle mura del centro storico, troverete “Locanda Severino* una stella Michelin.

Trovo queste perle lungo i tragitti grazie alla mia dotazione libraia in camper, che ovviamente non suggeriscono soste agli autogrill, per fortuna!

Avevo già letto riguardo lo chef “Giuseppe Misuriello” (dall’Antica Osteria Marconi a Potenza) e l’ottimo pasticcere “Tim Ricci”; tento una prenotazione a volo e trovo fortunatamente posto, viro quindi verso questa stella per una gustosa tappa nell’itinerario.
Caggiano è un tranquillo paesino a circa 800 s.l.m. che sembra abbracciare il meglio della produzione campana e lucana per esprimere eccellenze nelle produzioni casearie, vinicole e devo riconoscere anche di un ottimo olio, che ho avuto modo di conoscere proprio alla Locanda Severino, un olio raccolto a mano da varietà mono-cultivar “frantoiana” dell’azienda agricola biologica “Pucciarelli“; nel 2017 tra l’altro l’olio biologico di Caggiano risulta tra i migliori d’Italia.
Ho trovato parcheggio col camper proprio antistante le mura di cinta del centro storico, il ristorante è vicino, ad ogni modo il paese è piccolo ed è difficile parcheggiare lontani, così se uscite allegri per l’ottimo vino proposto vi verrà comodo stendervi un attimino prima di guidare {i vantaggi del camper quando sei un appassionato di enogastronomia}.

Locale accogliente, sala a misura, vale a dire delle giuste dimensioni per seguire i clienti, odio le “mangiatoie”,  così definisco quei locali dagli innumerevoli coperti, dove l’obiettivo del ristoratore è solo il fatturato e non la qualità e la divulgazione del proprio operato (primo punto a favore per Misuriello che ci ha dedicato del tempo per la spiegazione dei piatti e dei prodotti).  Bella, essenziale e bilanciata la mise en place, buoni i grissini ed i pani del forno “Sorelle Palese” di Potenza.
Abbiamo optato per il menù degustazione, che devo dire è la prima volta che in un ristorante stellato lo vedo proposto a soli €50! (secondo punto a favore di Misuriello). Il benvenuto è già un antipasto, buono e interessante tra le altre cose.

Riguardo gli antipasti abbiamo optato per “Seppia, porcini (una crema ed una “sabbia” di porcini), rucola e pistacchio (di Stigliano) e “Polpo, Cavolfiore e Ponzu”(la salsa “Ponzu” è una salsa giapponese usata spesso col tataki o con il nabemono) che conferisce al cavolfiore e al polpo quella necessaria tonalità acida e bilanciata sapidità; buonissima questa ricetta, proposta dallo chef anche in passato e che speriamo non venga mai eliminato dal menù.

Per quanto concerne le altre portate, un primo ed un secondo, abbiamo scelto  un “Tortello d’anatra, foie gras e passion fruit”, i tortelli hanno una sfoglia di farina di grano antico “carosella” fornita da un mulino in Basilicata (l’attenzione nel valorizzare il territorio circostante, senza però trascurare le nuove tecniche è un altro punto che aggiudicherei), con ripieno di coscia d’anatra cotto a bassa temperatura e servito con un ristretto ed una muosse di fegato sempre d’anatra e del passion fruit; mentre per il secondo non poteva mancare l’intrigante “Maiale nero, finocchi e cioccolato”, del maiale parliamo della parte del capocollo cotto in sottovuoto a bassa temperatura per 10h a 61° (temperatura che scioglie il collagene senza destrutturare le proteine, mantenendo la morbidezza e la succosità nella fibra) servita con due consistenze di finocchio, un ristretto brasato e della “terra” di cioccolato.

Siamo arrivati alla fine di questo avvolgente percorso, adesso il perimetro di competenza passa nelle mani creative del pasticciere Tim Ricci.
Il menù degustazione lascia piacevolmente un suo alto grado di libertà lasciando scegliere i dessert; optiamo per “Mandarino e Caramello” (composta di mandarino, cremeux al caramello, caramello salato, joconde di nocciole, salsa caramello rocher) e un tronchetto “Foresta Nera” (cilindro di mousse di cioccolato fondente, ripieno di amarena candita e accompagnato da gelato al kirsch).

Il dessert è stato anticipato da un pre-dessert e seguito da un ringraziamento dello chef, tutto questo offerto e fuori menù (ho perso il conto dei punti che hanno vinto!).

Il tutto bagnato da questo prezioso Aglianico del Vulture 2015, azienda agricola Basilisco, ottimo con il maiale al cioccolato.

Conclusioni:
Delle mie varie soste enogastronomiche questa la ricorderò con piacere, lascio la locanda con il desiderio di condividere questa esperienza.
Cucina e pasticceria in equilibrio nelle proposte del menù, anzi direi anche troppo economico in relazione alla ricerca della materia prima e alla creatività espressa; fortunati gli abitanti di questo piccolo e grazioso centro per avere a portata di mano due bravi professionisti.

Chiudo come al solito suggerendo a tutti coloro che si trovano nei pressi di Caggiano di pianificare una sosta alla “Locanda Severino” e se non siete in zona andateci di proposito.

Mi sdraio qualche minuto in camper per far evaporare quell’ottima bottiglia di vino, poi riprendo strada per altre spero gradite soste come questa.

Grazie per essere saliti a bordo – Buona strada e buon gusto a tutti
VANeggio

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