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Porto oppure Oporto, capitale industriale del nord del Portogallo, si sviluppa maggiormente sulla sponda nord del fiume Douro, mentre il lato sud del fiume urbanisticamente è stato in passato come oggi più espressione di attività industriali e portuali. Oggi la città si è allargata moltissimo e continua a farlo, inglobando zone prima dedicate esclusivamente ai pescatori piuttosto che ad altre attività una volta più “periferiche”, pur mantenendo il suo caratteristico e affascinante stile un po’ barocco, un po’ romanico, un po’ moderno, un insieme che caratterizza il suo stile tipico nord portoghese.

Dalla sua fondazione per merito dei romani fino ad oggi la città, che da il nome al famoso vino “porto” prodotto lungo le vallate del Douro ha sempre sviluppato la sua economia come nodo di scambio commerciale basandosi sullle produzioni dell’interland, i romani ci avevano visto lungo sul commercio del navigabile Douro, che diventa a Porto un po’ il capolinea del famoso “viaggio dei vini del Douro”, per essere poi imbarcato e commercializzato in tutto il mondo via mare (almeno un tempo).

Porto è anche detta “cidade invicta” per avere respinto le invasioni dei mori e le mire espansionistiche napoleoniche. 

Una bella e lunga pista ciclabile prosegue prima lungo il fiume e poi lungo la costa per fare da collana che unisce le perle della città. Se siete appassionati di bici con una ebike ed un paio di giorni potete godervi la città a fondo, oppure fate come me, a piedi, per respirare meglio la gente e le botteghe ma non meno di due giorni, secondo me tre sarebbe un tempo perfetto per entrare meglio anche nella matrice enogastronomica soprattutto, comprendendo che a non tutti interessa questo aspetto, vi invito a non sottovalutarlo nel Portogallo in generale, non solo per Porto, perché le materie prime e la cucina respirano clima mediterraneo ma anche brezza di oceano e non solo per piatti di mare, l’entroterra riserva specialità e tradizioni interessantissime.

Ho lasciato il camper lungo la costa a sud di Porto, al “parque de campismo Marisol“, comodo per poi raggiungere il centro con un mezzo pubblico, oppure a piedi se vi piace camminare, il percorso merita, da sfruttare la pista ciclabile.

Se il Portogallo è giallo, Porto è viola, non che sia fissato con le analogie dei colori ma vi mostro qui di seguito il colore del Douro al tramonto, quando partito a piedi dal centro ho percorso tutto il tragitto descritto sopra nella mappa.

Qualche scatto camminando nella bellissima cittadina, la parte alta:

Ovviamente non si può parlare della bella città di Porto senza far riferimento all’architettura e agli azulejos

Ma veniamo al tema importante: la cucina, ho consumato un buon pranzo presso l’osteria “Cana Verde“, cucina tipica del posto, ubicato lungo la stretta salita che porta alla parte alta della città (Rua dos Caldeireiros 121) scelta per un pranzo fugace e solo perché ci mangiava la gente del quartiere, non amo i posti turistici con il cibo tutto uguale in qualsiasi parte del mondo! Comunque curiosando in giro mangi un po’ bene ovunque, ci sono molti localini interessanti lungo il fiume ad ogni modo. I “pastel de bacalhau” e le “pastel del nata” saranno anche ormai delle attrazioni turistiche ma in questi posti che vedete in foto li fanno veramente bene, le migliori che ho trovato lungo tutto il peregrinare in Portogallo, non considerando però Lisbona che ho saltato perché merita un approfondimento dedicato.

Sempre restando in tema gastronomico, percorrendo a piedi il tragitto descritto nella mappa, si passa nel quartiere dei pescatori, il porto oltre Porto a “Villa Nova de Gaia”. All’estuario del Douro, un posto tranquillo vissuto da pescatori, tranquillo finché la sera improvvisamente non si trasforma in una mangiatoia all’aperto. Ogni serranda chiusa all’imbrunire si converte in un ristorante – street food – fast food ecc. Sensazione simile vissuta a Sferracavallo in Sicilia, vicino Palermo, quando in modo inaspettato il piccolo porto si accende di ogni sorta di punto di spaccio culinario. Qui, nel quartiere dei pescatori a Villa Nova de Gaia il piatto forte sono le sardine (tra l’altro simbolo della città) cucinate semplicemente alla brace con un po’ di sale grosso. Io ho scelto la “Taberna do Sao Pedro“, bella l’atmosfera, meglio se dopo non dovete guidare!

Sebbene sia una meta prettamente turistica ed esclusivamente fotografica purtroppo, dico purtroppo perché comunque è una libreria ed entrare (previo biglietto) a fare solo foto è un po’ un calcio alla cultura, l’ho fatto anch’io comunque perché ormai è più la sua architettura e arredamento che hanno portato la libreria “Lello” ad essere giudicata fra le più belle al mondo, con i suoi oltre 113 anni!

Se seguite i miei viaggi anche da poco o avete letto la pagina di presentazione, avrete capito anche dalle precedenti foto che il mio principale interesse nei viaggi è quello enogastronomico e riguardo alla città di Porto non si può prescindere dalla parta della cultura vitivinicola, che nasce a monte della città lungo tutto il fiume Douro. Sugli argini del fiume in città sono presenti tutte le cantine vinicole del nord del Portogallo, che vinificano nell’entroterra, in passato da questi moli partivano i barili per l’esportazione del prezioso nettare di bacco un po’ ovunque nel mondo, è possibile effettuare delle degustazioni, certo non su tutte le cantine che sono tantissime.

Non si può lasciare la città senza parlare del famoso ponte Dom Luis I, progettato dall’allievo di Alexandre Gustave Eiffel, inaugurato nell’Ottobre del 1886 e che nasce adiacente i piloni del vecchio ponte Maria II, dentro uno dei quali c’è un caratteristico ristorante.

Grazie per essere saliti a bordo – Buona strada e buon gusto a tutti
VANeggio

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